Considerazioni dei magistrati area DG |
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Scritto da Segreteria Provinciale Torino | |
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SEGRETERIA PROVINCIALE
COMUNICATO STAMPADichiarazione del Segretario Generale del SIULP di Torino Eugenio BRAVO, in merito alle Considerazioni dei magistrati area DG sulle forze dell'ordine in relazione ai troppi arresti derivanti dallo spaccio di droga, resistenza a pubblico ufficiale e reati minori
Purtroppo, piaccia o non piaccia, le forze
dell'ordine devono adempiere in modo esemplare al loro dovere, che riguarda il
perseguire i reati a prescindere dalla loro gravità. Alla luce di questo dato
assodato poiché la sicurezza dei cittadini, il contrasto alle attività
illegali, tra le quali rientrano sicuramente le attività antidroga con il
contrasto allo spaccio che imperversa nella nostra città e che non può
considerarsi un reato minore, diventa impossibile per i poliziotti decidere
arbitrariamente quale tipologia di reati sia meglio perseguire.
Inoltre, se per i servizi antidroga la pianificazione e la meticolosa organizzazione risulta più fattuale, molto più complesso è agire preventivamente in modo programmato su reati estemporanei come le rapine e i furti. Tra l'altro la presenza nel territorio di circa 20 pattuglie a turno, garantite con grandi sacrifici da parte di molti uffici di polizia che hanno dovuto ridurre drasticamente il loro personale, e l'impiego degli RPC, è significativa sull'importante attività di prevenzione che viene svolta. Poiché i servizi di polizia sono organizzati per contrastare l'attività criminale e garantire la sicurezza dei cittadini, l'unica soluzione per evitare i continuativi arresti delle forze dell'ordine è la depenalizzazione dei reati minori che, tuttavia, per quanto concerne lo spaccio di droga o la resistenza a pubblico ufficiale sarebbero per il Siulp una scelta sconsiderata. E proprio sugli arresti per resistenza rappresentati giornalisticamente come reati più o meno discutibili, il Siulp di Torino si permette di rammentare il dato allarmante che ci ricorda come, in Italia, ogni tre ore viene aggredito e ferito un appartenente alle forze dell'ordine che rappresentano di certo, si spera, istituzioni che non possono essere considerate "minori..."; alla luce di questo dato gli arresti per resistenza, per quanto ci riguarda, continua Eugenio Bravo, non sono banali attività operative limitative della libertà delle persone, ma una inevitabile scelta operativa dettata dalla necessità di assicurare alla giustizia una persona violenta che reagisce contro i legittimi rappresentanti dello Stato. In conclusione, il Segretario del Siulp della provincia torinese, ribadisce l'importanza di percorrere la strada della deterrenza reale e non solo quella codificata della consumazione dei reati, realizzabile solo attraverso la certezza di pene esemplari anche nei confronti di reati come lo spaccio di droga e resistenza a pubblico ufficiale; pene che scoraggino i criminali a distribuire la morte e ad aggredire violentemente ed impunemente le forze dell'ordine. Torino 27 Febbraio 2021 |
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