Mensa di Bardonecchia "alla frutta" |
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Scritto da Segreteria Provinciale Torino | |
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Eugenio A. BRAVO
Al Signor Prefetto - TORINO
Al Signor Questore - TORINO
Ai Signor Dirigente Comm.to di PS - BARDONECCHIA
All' Ufficio Relazioni Sindacali - ROMA
Al Segretario Generale Nazionale Siulp - ROMA Quello che sta succedendo alla mensa del Comm.to di Bardonecchia è significativo di come, taglio dopo taglio, si sia arrivati "alla frutta". Anzi no, nemmeno alla frutta. Già, perché mentre la precedente ditta che gestiva la mensa "VIVENDA s.p.a." prevedeva un orario per il pranzo e la cena dei poliziotti ancora ragionevole e fattibile (1° ordinario dalle 10,00 alle 14,00; 2° ordinario dalle 17,00 alle 20,00) garantendo alla cuoca di preparare i pasti e pulire la cucina, da oggi, con l'avvento dal 1 luglio della nuova ditta "LADISA s.p.a" l'orario per i pasti e per le pulizie ha subito un taglio di 2 ore, sia per il pranzo che per la cena. A parte il fatto che il SIULP non condivide lo sfruttamento del lavoratore: la cuoca in questo contesto, in due ore dovrebbe far mangiare i colleghi e provvedere alle pulizie, a meno che la nuova ditta non le abbia fornito una bacchetta magica; in realtà è indubbio che il limitato tempo a disposizione non può permettere ai poliziotti di consumare i pasti. Inoltre, se il buon giorno si vede dal mattino, la nuova gestione della mensa comincia veramente male. Già perché, nell'ultima settimana, della frutta per il pranzo e per la cena non si è vista neppure l'ombra. In proposito il referente della mensa contattato telefonicamente dall'addetto mensa in merito alla mancanza della frutta, rispondeva che non è un problema se a volte non c'è la frutta. Un dubbio ci sorge spontaneo: tra orari tagliati e risposte incredibili, ma siamo proprio sicuri che questa ditta venga regolarmente retribuita o la sua attività è a costo zero? "Il SIULP non pretende certo che i nostri colleghi possano usufruire di una mensa come quella del Parlamento, in fondo sono solo poliziotti di frontiera che garantiscono la sicurezza dei cittadini e combattono l'immigrazione clandestina". Ma se non è possibile garantire la funzionalità della mensa di Bardonecchia perché, anziché stabilire criteri di gestione assurdi e finanche offensivi per i poliziotti e per la stessa cuoca, non si pensi seriamente a prevedere il "buono pasto" affinché i colleghi possano acquistare e consumare dignitosamente in altro loco, il proprio ordinario. Sperando di essere stati sufficientemente chiari e sperando soprattutto che la locale Prefettura non risponda con le consuete forme burocratico-amministrative, per quanto siamo consapevoli dei limiti imposti dal Ministero, anche se a tutto c'è un limite, chiediamo un autorevole intervento risolutivo. In attesa di riscontro si inviano cordiali saluti. Torino, 20 luglio 2015 |
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